Sergio Petrucci, l’arte di fare progetti a 100 anni

sergiopetrucci

Non so se definire più incredibile l’entusiasmo nel programmare il proprio tempo ogni mese giorno per giorno, la capacità di scrivere a mano in modo impeccabile i diplomi di battesimi, cresime e comunioni per la parrocchia o la voglia di “incrociare” le parole giuste sulla Settimana Enigmistica. Cose apparentemente normali, che diventano straordinarie perché il protagonista, il signor Sergio Petrucci, da qualche giorno ha tagliato il fantastico traguardo dei 100 anni.

Ex geometra, è arrivato a Brindisi a nove anni, per una punizione data al papà ferroviere che – per aver rifiutato la tessera del Fascismo – era stato relegato al “confino”. Sergio è in perfetta sintonia da quasi 80 anni con Aida, prossima ai 99, con la quale vive insieme, in maniera autonoma ed indipendente in una casa ordinata e curata nei minimi dettagli: sono sposati dall’8 dicembre del 1949. Tre figli (Marcello, Gianpaolo e Sandro), sette nipoti e quattro pronipoti, la loro è una di quelle storie che fanno bene al cuore (ed alla mente) di ciascuno di noi. 

La signora prepara regolarmente pranzo e cena con primo, secondo e frutta, mezzo bicchiere di vino rosato ed un cioccolatino dopo cena, davanti alla tv. Niente salumi e niente fritture. Cattolici credenti, Aida e Sergio recitano la preghiera prima dei pasti, poi guai a disturbare tra le 18,00 e le 20,00, quando seguono il Rosario e la Santa Messa su TV Sat 2000. Intervistare il signor Sergio è un privilegio, oltre che uno spettacolo della vita.

Cosa pensa al mattino appena apre gli occhi
Ringrazio il Signore per il dono meraviglioso che mi sta facendo. La vita è bellissima, se la sappiamo condurre bene.

C’è un segreto per arrivare ai 100 così in forma
Non penso di volere o aver voluto bene a tutti, ma di aver trattato bene sempre tutti. Non ricordo di aver mai odiato nessuno. E’ importante non arrabbiarsi, riuscire a controllarsi e soprattutto volersi bene. L’astio è brutto, se proprio una persona non è simpatica, meglio allontanarsi, piuttosto che litigare.

I latini dicevano “Mens sana in corpore sano”, qual è la ricetta per avere un corpo attivo come il suo
Mi piace molto camminare e quando le giornate me lo permettono vado a piedi al supermercato e faccio un giretto con una tappa fissa in chiesa. Mi è sempre piaciuto muovermi. Da ragazzo, dopo l’8 settembre del ‘43, sono stato nascosto per due anni nella casetta dei miei nonni a Cagli, in provincia di Pesaro e per andare a trovare gli altri parenti nella frazione di Acquaviva, facevo cinque chilometri per andare e cinque per tornare, anche due volte al giorno.

… e la mente
Provo a tenerla attiva leggendo libri di Storia e dilettandomi con l’enigmistica, le parole crociate sono la mia passione. Ma a volte mi rendo conto che il cervello inizia a consumarsi !

E alla fine di ogni mese prepara una tabella per il mese successivo
Annoto ricorrenze e compleanni, così telefono alle persone care, scrivo le cose da fare, provo a tenere sotto controllo le mie attività. L’ho sempre fatto e continuerò a farlo finchè ne avrò la forza.

Fino a qualche anno fa guidava l’auto tranquillamente
A 95 anni ho preso le chiavi e le ho consegnate ai miei figli: ad una certa età guidare può essere pericoloso per sé e per gli altri.

Non ha paura di essere raggirato da qualche truffatore telefonico
No, perché ho una frase magica: appena capisco che mi vogliono vendere qualcosa dico che sono molto vecchio e non mi interessa niente.

Oggi i giovani mandano all’aria matrimoni anche dopo un anno o due, come si arriva ad 80
Per noi è una cosa normalissima, non litighiamo quasi mai, perché parliamo poco e riflettiamo tanto. Penso che le nuove generazioni non riflettono fino in fondo, fanno tante cose d’istinto e poi magari si trovano pentiti.

Un consiglio ad un giovane demotivato 
Cercate di fare sempre qualcosa di costruttivo e non pensate all’egoismo, le cose migliori sono quelle che non danneggiano gli altri.

Il suo motto di vita
Agere non loqui (Fare e non parlare).

Progetti per il futuro
(Alza gli occhi verso il Cielo) Io ne ho ancora tanti, ma non dipende solo da me …

Terminata l’intervista, la signora Aida lo accarezza e gli fa i complimenti per le risposte, guardandolo negli occhi con la complicità e la tenerezza di due diciottenni al primo Amore. Io li farei vedere a tutti i ragazzi del mondo.

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