Ci sono date che ti segnano la vita, per Fabiola Spalluto, brindisina con una passione per lo sport e le moto, è il 15 giugno 2013. Insieme a suo marito Ferruccio si trova a Roma per il 110° anniversario della Harley Davidson, brand mondiale di motociclette-mito. Si apprestano a ricevere la benedizione del Papa, ma un’auto sbagliata nel posto sbagliato cambia il corso della sua vita. Finiscono fuori strada. Lui, con due vertebre rotte, se la “cava” con una operazione e un mese di ospedale. Lei ha il polmone perforato, sette costole rotte, tibia e perone da operare, e soprattutto una lesione al midollo spinale, che la “costringe” a restare su una sedia a rotelle. Oggi a distanza di otto anni, Fabiola è una moglie grata alla vita, una mamma felice ed una donna orgogliosa di tutto quello che riesce a fare ogni giorno. Come gli allenamenti in palestra, dopo aver sistemato casa ed accudito la sua piccola “flotta” di gatti persiani.
Qual è la molla che ti fa alzare ogni giorno felice e reattiva nonostante tutto
Non è facile e non sono ogni giorno scattante, ma ultimamente ad esempio è stata la mia coach Patrizia Messina a telefonarmi ripetutamente per convincermi a riprendere gli allenamenti in palestra dopo due anni di stop. Non volevo, ma la sua insistenza mi ha convinto ad uscire ed a superare un periodaccio, in cui il Covid ed il lockdown hanno fatto la loro parte. Dopo appena una settimana di allenamenti sono andata a gareggiare a Monopoli ed ho vinto: è stata una sensazione di rinascita bellissima.
Una ripartenza che ti ha portato un risultato straordinario
Già, bellissimo ed inaspettato ! Nel giorno del mio 23esimo anniversario di matrimonio a Lignano Sabbiadoro ho conquistato il titolo italiano paraolimpico in pesisitica, nella categoria 67 chilogrammi.
Hai un’ombra che ti segue sempre
Ferruccio, mio marito: se non ci fosse non so dove sarei. Ha accettato tutto con serenità, mia vita in sedia a rotelle, poi il cancro al seno, sconvolgimenti non semplici nella vita di una donna e non semplici per un uomo che le sta accanto.
Quando accadono storie come la tua viene naturale chiedersi “perché perché proprio a me?”Hai trovato una risposta
Sono credente e penso che Dio abbia voluto servirsi di me per aiutare gli altri a credere che niente è impossibile. Avevo già tanta forza prima dell’incidente, ma dopo ho trovato risorse incredibili, che voglio mettere ogni giorno a disposizione del prossimo.
Nei momenti difficili è importante ancorarsi a qualcosa
Dopo l’incidente, appena iniziai a parlare ed a comunicare un mio amico mi portò un pc in ospedale, mi collegai su Facebook e scrissi “E sono ancora qua”, una canzone di Vasco Rossi, che mi fa venire i brividi come “Vivere”: vivere e sorridere dei guai, cosi come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio …
All’inizio hai avuto un angelo al fianco
Mio fratello Armando ha preso sei mesi di aspettativa dal lavoro per stare in ospedale con me. E’ stato il primo a lavarmi i capelli e ad aiutarmi a fare la doccia, poi ha acquistato un camper per portare in giro me e la mia compagna di stanza nelle cure continue.
Il tuo miglior pregio
L’abbinata tra pazienza e determinazione, quando mi metto in testa una cosa devo riuscirci a tutti i costi.
Sei una tipa Social, cosa significa pubblicare qualcosa della tua vita
Mi piace condividere le emozioni e le sensazioni, sia nei momenti belli che in quelli difficili. Mi piace trasmettere il messaggio che la vita è cosi, ci sono cose meravigliose e cose che ti fanno soffrire, ma in ogni caso è un dono straordinario, e dobbiamo esserne grati ogni giorno.
A chi dici grazie
Alla mia famiglia.
Il tuo motto di vita
Guarda l’invisibile, credi nell’incredibile, raggiungi l’impossibile.
Se dovessi lanciare un messaggio ad un giovane che in questo momento vede tutto nero …
In realtà da qualche tempo lo sto facendo con una ragazza reduce da una brutta caduta da cavallo. Le ho detto che la forza per vedere la luce è solo dentro di te, in questi momenti tutti possono dirti un miliardo di cose belle ed incoraggianti, ma bisogna solo stringere i denti e dirsi “Beh, a me tocca !!!”.