Ho sentito parlare per la prima volta di Nicoletta Romanazzi nel primo pomeriggio di domenica 1 agosto scorso. Marcell Jacobs aveva appena compiuto un’impresa leggendaria, vincendo la medaglia d’oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo: la prima volta di un italiano in questa disciplina. Visibilmente emozionato lo stesso Jacobs ringrazia in diretta Rai la sua mental coach Nicoletta Romanazzi, fondamentale nella strada verso il successo. Nei giorni successivi si parla molto di lei, di cos’è il Coaching e cosa fa esattamente un Coach.
Il 28 aprile prossimo arriverà in libreria “Entra in gioco con la testa” (Longanesi, 270 pagg, Euro 18,90) il primo libro della mental coach più famosa d’Italia, un manuale di crescita personale che fin da ora si presenta “illuminante”. Il manuale parte da un teorema semplice ed assai comune: spesso sappiamo molto bene cosa non vogliamo, ma non abbiamo idea di cosa, invece, vogliamo. E chi non sa dove vuole arrivare, come riuscirà a raggiungere il posto giusto?
“Desiderare è un’azione potente – spiega Nicoletta – tanto quanto potrebbe risultare spaventosa. Potente perché avere un sogno chiaro e forte da seguire conta più delle risorse materiali necessarie per realizzarlo: è una spinta interiore che porta lontano. Spaventosa perché volere davvero qualcosa, e riconoscerlo come proprio obiettivo, significa essere costretti ad affrontare le eventuali paure che quel sogno porta con sé, lavorare per superarle, guardarsi dentro sul serio, senza accettare i limiti che gli altri (e noi stessi) ci impongono”.
Nicoletta Romanazzi ama definire il proprio un “non-metodo” e dice di se stessa di essere uno specchio che, posto di fronte all’altro, lo aiuta a vedersi davvero. In quello specchio si è guardato Marcell Jacobs, e lo ha portato dritto agli ori olimpici a Tokyo. Si sono specchiati Luigi Busà (oro nel karate kumité), Viviana Bottaro (bronzo nel karate kata), e i molti altri atleti che si rivolgono a Nicoletta per “fare il salto” o anche solo per continuare a migliorarsi. Con ciascuno di loro lei mette in atto la sua “magia” e, dopo, nessun sogno, per quanto ambizioso, sembra più irraggiungibile. Perché, infatti, dovremmo accettare di darci dei limiti anche quando dobbiamo solo sognare?
Mi piacerebbe capire un po’ meglio come funziona lo specchio di Nicoletta e non vedo l’ora di avere tra le mani “Entra in gioco con la testa”.