Possiamo discutere ed argomentare quanto vogliamo, ma tra immagini e parole ciò che colpisce prima i nostri sensi è sempre l’immagine. In Comunicazione avviene esattamente lo stesso processo che avviene in Amore, quando un uomo ed una donna si innamorano, dopo essersi piaciuti prima di tutto nell’aspetto esteriore.
L’abito fa il monaco
E’ l’aspetto visivo quello che impatta nella mente umana e che lascia il segno. Quante immagini ci capitano ogni giorno sotto gli occhi? Di quante realmente ci resta un ricordo che dura nel tempo? Così la domanda nasce spontanea: come sono le immagini che funzionano? O meglio come devono essere le immagini che colpiscono, incuriosiscono e lasciano il segno? Possono essere di tantissimi tipi:
- Semplici
- Colorate
- Buffe
- Sensuali
- Paesaggistiche
- Irriverenti
- Belle
- Paradossali
- Sensuali
- Brutte
C’è un unico comun denominatore che le unisce, sono tutte immagini che provocano un’emozione. Quando ci capitano sotto gli occhi l’elettrocardiogramma non è piatto. Anche quando esclami “che brutta !” o “non si può vedere !” provochi un’emozione, perché comunque ne parli ed è questo l’obiettivo di una buona comunicazione: colpire al bersaglio e far parlare per aumentare la visibilità e la conoscenza. In buona sostanza tutte le immagini (la stragrande maggioranza) non ci dicono nulla perché passano inosservate, molto spesso ci sono tanti elementi che “pesano” uguali, mentre laddove c’è qualcosa che “pesa” più del resto sicuramente l’attenzione sale.
E quando l’immagine non funziona, non si apre la seconda porta, quella che contiene il messaggio di testo. Se l’immagine non ti ha preso difficilmente lo slogan, né tantomeno un post su Facebook …